Alzi la mano chi ha almeno un amico vegetariano, vegano o amante del bio. Probabilmente di dita all’insù se ne vedrebbero parecchie. Già, perché come sostiene il New York Times nel suo editoriale Vegan go glam, seguire uno stile di vita “verde” è diventato mainstream.
Elevato da fenomeno di nicchia a fatto di costume di massa, dimenticate l’immagine spartana della sana scelta alimentare: oggi essere green non è solo una decisione consapevole, ma un vero e proprio stile di vita, una tendenza facilmente ascrivibile nell’alveo del glamour.
Stando ai dati infatti sembra proprio che il futuro sia bio e veg. Non si registrano al momento battute d’arresto per un fenomeno che è destinato a crescere, così come sono destinate a cresce le manifestazioni dedicate a questi nuovi stili di vita. In primis, il Wellness Food Festival che sabato 2 e domenica 3 aprile 2016 inaugura la sua prima edizione proprio nella patria della Wellness Valley, portando tra i padiglioni di Cesena Fiera i sapori, i suoni e i profumi del benessere vissuto a 360 gradi. Sempre in questo contesto, Almaverde Bio organizza il primo Forum sul Benessere Alimentare (sabato 2 aprile ore 10.30).
Bio e Vegan in cifre.
I dati parlano chiaro: i vegetariani e i vegani nel mondo sono almeno un miliardo e stanno aumentando in molti Paesi. A detenere il record c’è l’India, dove i vegetariani raggiungono quota 30% della popolazione, ma sono in aumento anche in Europa con la Germania capolista tra gli Stati più vegetariani del vecchio continente.
Anche l’Italia si difende bene nell’ambito bio e veg, registrando crescite da far impallidire il settore della carne, in flessione del 6% rispetto agli anni scorsi. Nel nostro Paese il valore del mercato interno del bio è pari a 2,7 miliardi di euro (AssoBio da dati Ismea, Nielsen), a cui aggiungere 1,4 miliardi di export (Nomisma).
Le categorie più consumate sono derivati dei cereali (23% del totale), frutta e verdure, fresche e trasformate (più del 17% in entrambi i casi), e lattiero-caseari (11,5%). Queste, nel loro insieme, rappresentano circa il 70% delle vendite bio complessive nella grande distribuzione organizzata che, negli ultimi due anni, ha visto crescere il fatturato relativo ai prodotti biologici, con un considerevole incremento nelle categorie dei derivati dei cereali (+19 e +26% circa, rispettivamente) e ortaggi freschi e trasformati (+14 e +20%).
Per quanto riguarda invece il canale specializzato, costituisce di per sé un segmento dinamico che nel 2014 e 2015 ha conosciuto un notevole sviluppo registrando nell’ultimo quinquennio un +15%.
Anche tra vegetariani e vegani si registra un vero e proprio boom che ne vede le fila ingrossate da circa 11.000 nuove unità alla settimana. Secondo l’Eurispes nel 2015 l’8% degli italiani ha dichiarato di seguire un regime alimentare privo di carne o derivati animali, facendo registrare un +2% rispetto al 2013. Un importante contributo l’ha certo dato il pronunciamento dell’Oms sui rischi del consumo di carne e derivati per la salute, ma alla base di questo fenomeno c’è un cambiamento trasversale e strutturale delle abitudini alimentari.
Dietro “il cibo della rinuncia come scelta” si nascondono diverse motivazioni, si va dalla sensibilità animalista e ambientale all’attenzione alla salute. Quasi un terzo (31%) dei vegetariani e vegani ha scelto questo tipo di alimentazione per rispetto nei confronti degli animali, un quarto (24%) perché fa bene alla salute, un altro 9% afferma di farlo per tutelare l’ambiente.
Dall’ultima indagine Eurispes è emerso anche un identikit ben delineato di chi segue stili alimentari alternativi: si tratta di soggetti che hanno tra i 45 e i 54 anni (28%), vivono soprattutto a Nord-Ovest (36%), abitano in grandi città (13%), occupano posizioni dirigenziali (25%), sono spesso in possesso di una laurea (17%).