E’ stato definito uno degli omicidi più celebri. Uno dei primi assassinii impuniti della nostra storia (Carlo Lucarelli docet). È il delitto di Ruggero Pascoli, padre del poeta, fatto di cronaca avvenuto il 10 agosto del 1867 che ispirò la celebre “Cavalla storna”, e che portò Giovanni Pascoli a scrivere queste terribili parole: “In Romagna c’era allora uno spirito di setta, dall’apparenza politica e dalla sostanza delinquente volgare, che era tal quale è la mafia, se non peggio. La polizia volle che l’orribile delitto rimanesse impunito. E così è rimasto. Quando, giunto a una certa età, volli scoprire qualche cosa io, trovai tutte le tracce disperse, tutte le voci confuse; trovai, è spaventoso dirlo, la polizia nemica, complice postuma. E rischiai la prigione, io!”.

Ebbene, per ricordare i 150 anni del delitto di Ruggero PascoliSammauroindustria promuove un’anteprima nazionale: La s-ciuptèda (la fucilata). Uno spettacolo con letture in musica della celebre attrice Elena Bucci, la regia musicale di Luigi Ceccarelli e l’accompagnamento al clarinetto di Paolo Ravaglia. Il tutto tratto da monologhi in dialetto romagnolo di San Mauro scritti da Miro Gori.
Appuntamento a Casa Pascoli giovedì 3 agosto alle 21.15 nell’ambito della rassegna del Giardino della Poesia, parole musiche e immagini nei luoghi pascoliani (ingresso libero).

Così l’attrice Elena Bucci presenta lo spettacolo. “Questa apparentemente semplice lettura in musica è per me una preziosa occasione per intrecciare diverse passioni: quella per la musica originale dal vivo, quella per la scrittura contemporanea e quella per il teatro, strumento ideale per cercare un linguaggio comune tra le arti pur mantenendone le differenze. In più questo testo in particolare si riferisce ad una delle maggiori fonti di fascinazione dell’arte della scena: la possibilità di moltiplicare i punti di vista sulla così detta realtà attraverso le diverse visioni dei personaggi, cosa che mi ha sempre molto divertito e trasformato, allontanando il rischio del pregiudizio e della facile abitudine. E ancora: mi trovo a lavorare con persone che conosco e stimo da tempo e che si ritrovano, per una volta, a lavorare insieme nella loro terra d’origine intorno ad un’opera poetica nuova scritta in una lingua antica, il dialetto, con tutte le emozioni e le sonorità misteriose che questo idioma suscita e racchiude”.

Così Luigi Ceccarelli racconta la scelta della musica. “Negli ultimi anni ho scritto una serie di musiche con testi in dialetto romagnolo e ho scoperto che il dialetto si adatta molto bene alla mia poetica musicale – e viceversa naturalmente. Penso che il dialetto e la mia musica abbiano in comune lo stesso senso atavico, l’espressività a volte anche dura, e sicuramente un certo senso epico. A differenza dei tempi di Pascoli però, sono convinto che oggi la musica e il teatro nascano dalla collaborazione e dal lavoro collettivo e non tanto dal lavoro di una mente solitaria. Ogni artista vive oggi in una società interconnessa e non chiuso in se stesso. Ogni opera d’arte perciò è il frutto di un lavoro collettivo e complesso, in cui ognuno porta la sua esperienza e il suo pezzetto di conoscenza. Elena e Paolo sono due interpreti straordinari con cui ho condiviso varie esperienze, e trovo in loro (forse inconsce) queste stesse aspirazioni”.

Durante le serate che si terranno al giardino di Casa Pascoli, il Museo sarà aperto al pubblico per

Per maggiori informazioni: Biblioteca comunale San Mauro Pascoli, 0541 933656 e pagina Facebook: ilgiardinodellapoesia.

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