Cesena – Il mondo dell’ortofrutta italiana fa sistema. E sceglie uno dei mercati strategici per il suo futuro: la Cina. La filiera ortofrutticola italiana si ritrova insieme alla prima edizione di Mac Fruit Attraction China in programma a Shanghai dal 22 al 24 novembre 2017. Nell’occasione il CSO Italy (Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara), Fruitimprese (Associazione delle Imprese Ortofrutticole Private), ACI (Alleanza delle cooperative) e Macfrut (Fiera internazionale dell’ortofrutta) si presentano insieme per sfruttare le enormi potenzialità di questo mercato.

La Cina con tassi di crescita del PIL e consumi inimmaginabili per il nostro Paese, è un mercato dal grande potenziale per l’ortofrutta italiana, in particolare per il kiwi, unica specie che l’Italia può esportare a cui si sono aggiunti gli agrumi, il cui protocollo fitosanitario è stato firmato pochi mesi fa. Grandi opportunità alla luce di quel 20% della popolazione cinese (su un totale di circa 1 miliardo e 400 milioni di abitanti) che ha raggiunto uno status di benessere che lo porta alla ricerca di prodotti di qualità e d’importazione. E il “made in Italy” ha in Cina una forte identità e un grande appeal.

L’appuntamento fieristico che si svolgerà nell’ampio contesto di Horti China presso il Convention and Exhibition Centre di Shanghai, riserverà un ruolo di primo piano al progetto europeo Freshness from Europe di cui CSO Italy è proponente in Cina, oltre che in Usa, Giappone e Canada e finalizzato alla promozione dell’ortofrutta di qualità made in Italy.
Le imprese italiane partecipanti alla manifestazione saranno complessivamente 30 non solo di produzione ma rappresentative di tutta la filiera, dal settore sementiero ai biostimolanti, dalla meccanica al packaging ai servizi.

Nel Gigante Asiatico, contestualmente alla prima edizione di Mac Fruit Attraction China, ci sarà anche la presentazione di Macfrut, insieme a Cibus, nell’ambito della iniziativa della Regione Emilia-Romagna, promossa all’interno della Settimana della cucina italiana nel mondo. Previste tre presentazioni a Guangzhou, Shanghai e Pechino. Nell’occasione saranno invitati 50 buyer cinesi che prenderanno parte a Cibus ed a Macfrut, favoriti dalla vicinanza di date delle due manifestazioni.

 

“Cogliamo l’occasione – dichiara il Presidente di CSO Italy Paolo Bruni – di questa importante iniziativa di Macfrut per fare sentire la presenza e il valore dell’ortofrutta italiana in Cina. È una grande occasione per presentare il meglio dell’ortofrutta del nostro Paese in un momento fondamentale per l’apertura del mercato oltre che al kiwi e agli agrumi, anche a pere e mele”.

E parla di occasione da non sprecare anche Marco Salvi, Presidente di Fruitimprese: “La Cina è il mercato che più di ogni altro consentirà alla filiera ortofrutticola di sviluppare volumi importanti in termini di export, e per questo ritengo che vada fatto ogni sforzo per ottenere la massima visibilità. Vorrei inoltre sottolineare l’ottimo lavoro che sta portando avanti il gruppo di lavoro della filiera ortofrutticola sulle questioni fitosanitarie che, in stretta collaborazione con gli uffici del Ministero, sta ottenendo buoni risultati proprio in un’ottica di ‘sistema paese’”.

Anche Davide Vernocchi in qualità di Coordinatore del settore ortofrutta di Alleanza Cooperative Italiane conferma l’importanza di fare “sistema” soprattutto sui mercati internazionali. “Cogliamo questa opportunità presentando in Cina tutto il nostro know how, fondamentale per rispondere alle esigenze del mercato cinese che vede il Made in Italy icona di eccellenza. Mac Fruit Attraction Shangai è un contesto importante per creare le condizioni favorevoli all’apertura del mercato cinese alle pere italiane e, progressivamente ad altri prodotti. Ben vengano queste iniziative che vedono anche una grande sinergia con la Regione Emilia Romagna che rappresenta il bacino produttivo agroalimentare più importante d’Italia”.

Infine Renzo Piraccini, Presidente di Macfrut: “Sono soddisfatto di questo risultato perché Macfrut non vuole essere solo la vetrina dell’ortofrutta italiana ma anche uno strumento per favorire l’internazionalizzazione della filiera”.