Mali

La prossima edizione di Fieravicola è stata presentata  a Bamako, capitale del Mali, dal presidente Renzo Piraccini e da Federica Gallo dell’Ufficio Estero, davanti a una platea di operatori, associazioni di produttori, istituzioni e media dello Stato africano.  Erano presenti l’ambasciatore italiano in Mali Stefano Dejak, l’ambasciatore maliano a Roma Ali Koulibaly, il direttore regionale di ICE ad Accra Alessandro Gerbino.

Al viaggio hanno partecipato anche il professor Achille Schiavone del Dipartimento Scienze Veterinarie dell’Università di Torino e il  veterinario Michele Lanzoni impegnati in un’indagine sul campo propedeutica al coinvolgimento della realtà avicola del Mali nel progetto LAB INNOVA for AFRICA,  programma di formazione tecnico-manageriale promosso da ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione.

“Quest’anno il progetto LAB INNOVA ha aperto alla filiera avicola per consentire di avviare un rapporto tra produttori africani e imprese dell’avicoltura italiana che esprime una filiera d’eccellenza – dichiara il direttore ICE ad Accra Alessandro Gerbino – l’obiettivo del progetto è quello di  migliorare le competenze in materia di innovazione tecnologica e aprire opportunità di partenariato con le imprese nel settore agribusiness”.

Fieravicola nello specifico sarà uno dei momenti di punta del progetto, poiché è prevista la visita dei  produttori del Mali coinvolti nel programma ICE e nei tre giorni fieristici saranno fissati incontri B2B con gli espositori della fiera.

L’indagine condotta ha messo a fuoco alcune specificità della produzione di carne avicola e di uova in Mali su cui ICE modulerà il suo programma sia  formativo, indirizzato  a personale specializzato, sia finalizzato a scambi economici.

“Durante la  missione in Mali abbiamo incontrato singoli produttori, associazioni di allevatori e rappresentanti di consorzi cooperativi – precisa il professor Achille Schiavone – Stiamo parlando di una avicoltura non strutturata come filiera integrata, era importante approfondirne la conoscenza, analizzando i possibili asset di uno sviluppo del settore e individuando al contempo la possibilità di  stabilire relazioni tra i produttori avicoli incontrati e le imprese della filiera avicola italiana”.

“Il nostro compito è stato quello di svolgere uno studio partendo dall’analisi  delle criticità della realtà avicola locale, che presenta difficoltà sia sulla parte della macellazione sia su quella distributiva, oltre a soffrire per  una forte carenza di materie prime per la mangimistica – sottolinea il dottor Michele Lanzoni –  Risulta evidente la necessità di formazione tecnica, ma anche di contatti business per attrezzature e tecnologie”.