Cesena (2 luglio 2020) – In Romagna complessivamente sono oltre 1200. Sono tutti in giacca e cravatta, in alto a sinistra hanno affisso il taste de vin. Sono i sommelier Ais della Romagna, da Imola a Cattolica, un “esercito” specializzato nel consigliare la giusta etichetta, riconoscere un vino dal sentore olfattivo, indicare l’abbinamento migliore al piatto preferito.

Il ruolo del sommelier è divenuto sempre più centrale nel fare conoscere i vini del nostro territorio. E proprio per la loro importanza e le adesioni in continuo crescendo, si era resa necessaria una sede che rispondesse alle nuove esigenze dei corsi. Detto, fatto: Ais Romagna si è dotata a Cesena (via dell’Arrigoni, 288) di una sede centrale di assoluto livello che sarà inaugurata lunedì 6 luglio alle ore 19.30. La data non è scelta a caso: proprio il 6 luglio di 55 anni fa nasceva nel nostro Paese l’Associazione Italiana Sommelier. Per onorare la ricorrenza a tagliare il nastro sarà il Vicepresidente nazionale AIS Roberto Bellini.

Si diceva della sede a Cesena. È probabilmente tra le più all’avanguardia del panorama nazionale. Nei 250 metri quadrati dedicati al vino trovano spazio 80 postazioni per corsi e degustazioni, telecamere con proiezione su schermo per visualizzare i dettagli delle lezioni, cucinotto per l’accompagnamento dei piatti nell’abbinamento cibo-vino. Le norme di sicurezza per il distanziamento hanno portato a una riduzione dei posti, tuttavia gli ampi spazi consentono una buona presenza di partecipanti.

Il numero degli aderenti ad Ais Romagna tende a crescere di anno in anno. In questa edizione sono stati oltre 300 gli aspiranti sommelier sparsi in tutta la Romagna, spalmati nei 7 corsi sui vari livelli di conoscenza. Perché i livelli di apprendimento di Ais sono tre. Si parte dall’infarinatura generale su vitigni e degustazioni, si passa ai vini delle regioni d’Italia e oltreconfine, per concludere il percorso del terzo livello sull’abbinamento cibo-vino.

“Perché un buon vino è sempre abbinato a un buon piatto”, spiega Roberto Giorgini, Presidente di Ais Romagna. Che svela un curioso aneddoto: il terzo livello fu ideato proprio a Cesena nel lontano 1977. “Da uno studio di Nerio Raccagni insieme all’insegnante Pietro Mercadini. Ci trovavamo in un ristorante del cesenate e ai piatti abbinavamo i giusti vini; nel contempo su un foglio bianco venivano messi dei punti per le valutazioni, e si cercava di farne un corpo organico per la docenza. Fu interpellato anche un insegnante di matematica. La commissione didattica nazionale di Ais ci ha seguito e l’ha fatto suo, ovviamente con le modifiche del tempo”.

Giorgini è stato tra i pionieri di Ais a Cesena, nel lontano 1975 insieme a Bolognesi, Raccagni, Fabbri, Mercadini e Teverini, a cui poi si sono avvicendati Stradaroli, Medri e Mondini. Da quel primo storico gruppo ne è passato di vino nelle botti e nei calici, tanto che oggi Ais mette in campo numerose iniziative per la valorizzazione del vino romagnolo sul territorio e in giro per l’Italia. Tra le più rilevanti, la pubblicazione della guida “Emilia Romagna da bere e da mangiare” (PrimaPagina editore) che da 15 anni mappa le cantine regionali e fa conoscere i loro vini negli eventi di Tramonto DiVino. E ancora, il Master dell’Albana e quello del Sangiovese, sempre in collaborazione con il Consorzio Vini di Romagna. Senza dimenticare i numerosi eventi che le singole delegazioni romagnole mettono in campo periodicamente sui vari territori (Imola, Faenza, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini).

Ma come è cambiato il vino nel corso dei decenni in Romagna? “In maniera radicale. Sino agli anni ’70 e ’80 nel nostro territorio prevaleva lo sfuso e la ricerca della qualità iniziava allora ad essere percepita – spiega Giorgini – La svolta è arrivata negli anni ’90 coincisa con il cambio generazionale nella conduzione di alcune cantine e grazie ad alcuni produttori illuminati che hanno incominciato a identificarsi come territorio. Sul Sangiovese di Romagna tanto è stato fatto, adesso stiamo riscoprendo i nostri autoctoni, come Albana, Famoso e Trebbiano. Oggi siamo al punto che la Romagna non ha nulla da invidiare ad altri territori. L’importante è averne consapevolezza e lavorare nella promozione e valorizzazione. Noi come Ais Romagna la nostra parte la stiamo facendo”.

Info. Ais Romagna Via dell’Arrigoni, 288 Cesena; tel 0547 415249
www.aisromagna.it – info@aisromagna.it

 

Ufficio Stampa PrimaPagina