Utilizza sofisticati sistemi per dare risposte sulle sicurezza degli immobili e l’adeguamento sismico. Un know how specializzato che la cooperativa forlivese Soles Tech ha raccontato a Papa Francesco in Udienza in Vaticano, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario di Confcooperative nazionale. A Roma erano più di 150 i cooperatori di Forli Cesena ricevuti in udienza dal Santo Padre. La delegazione di Forli Cesena guidata dal presidente di Confcooperative Mauro Neri si è unita agli oltre 900 cooperatori provenienti da tutta Emilia Romagna e a tutta la cooperazione (oltre 7000 in tutto) che fa capo a Confcooperative proveniente da tutto il Paese.
Nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha ascoltato alcune storie di cooperatori che hanno trovato nell’impresa cooperativa uno strumento mutualistico e solidale per ricreare lavoro anche in situazioni di crisi, contribuendo a ridare dignità a persone, famiglie e comunità. E fra queste anche la storia della cooperativa forlivese. Tra queste appunto la storia di Soles Tech.

“Siamo tornati a incontrare Papa Francesco dopo 4 anni e ancora una volta
portiamo a casa parole profonde a cui ispirare la nostra azione a conferma dei nostri
valori. Con la particolare soddisfazione di aver raccontato al Pontefice, ancora una
volta, come nel 2015, una storia cooperativa del nostro territorio – dichiarano il
presidente di Confcooperative Mauro Neri e il direttore Mirco Coriaci – quella di Soles
Tech, un caso di workers buyout, ovvero di lavoro ricreato da una crisi aziendale,
uno tra i tanti che hanno visto la luce nel territorio forlivese grazie al supporto e
all’affiancamento di Confcooperative Forli Cesena”.

Oggi la scommessa degli ex dipendenti di Soles Srl divenuti imprenditori attraverso
la creazione della cooperativa Soles Tech, sta consolidando la propria sfida anche a
livello nazionale e si appresta a conoscere una prospettiva di ampio sviluppo. Di questo e della nascita della cooperativa ha parlato a Papa Francesco il responsabile commerciale della Soles Tech, l’ingegnere Luigi Patanè, che vediamo nella foto stringere la mano a Papa Francesco.

“Oggi siamo circa 30 soci fra ingegneri, geometri, impiegati e operai che lavorano
insieme da diversi anni – ha raccontato l’Ing. Patanè – L’obiettivo principale del
nostro lavoro è proteggere dal rischio sismico edifici esistenti applicando tecnologie
innovative. Ma solo pochi anni fa la crisi aveva spazzato via tutte le nostre certezze.
Allora ci siamo detti che bisognava ripartire, dal nostro cuore, dai nostri desideri,
dalle nostre aspirazioni, dalle nostre passioni e dai nostri talenti. Abbiamo capito
che l'unica possibilità per rimetterci in moto era di mettere in comune la nostra
capacità di lavorare insieme, le nostre piccole risorse e le nostre competenze. E
quando nel 2015 abbiamo avuto la grande fortuna di incontrare alcuni responsabili
di Confcooperative che ci hanno sostenuto nel percorso, l'idea di creare una
cooperativa è divenuta realtà”.

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